Euro scende ai minimi da 22 mesi

forex99332Continua la discesa dell’euro. Dopo il brusco arretramento favorito dai deludenti dati relativi alla fiducia delle imprese tedesche (Ifo in quinto calo consecutivo mensile), oggi l’euro ha registrato un nuovo minimo storico recente che l’ha ricondotta su livelli che non conosceva dal novembre 2012, a quota 1,27. Complessivamente, pertanto, nel corso degli ultimi tre mesi la moneta unica europea si è svalutata di circa 6 punti percentuali nei confronti del suo principale termine di riferimento (il dollaro) e contemporaneamente nei confronti delle altre valute maggiormente scambiate (- 2,6% nei confronti della sterlina, – 3% verso dollaro canadese).

Sul perchè l’euro stia continuando ad arretrare, non ci sono grandi dubbi (almeno, ex post). La motivazione fondamentale è contenuta nelle diverse azioni di politica monetaria poste in essere dalle principali banche centrali, con Bce e Bank of England che hanno adottato delle politiche monetarie molto espansive, azzerando il costo del denaro e aprend le porte al potenziale quantitative easing vero e proprio. Di contro, negli Stati Uniti la Federal Reserve avvia il conto alla rovescia per poter cercare di inaugurare la stagione del rialzo dei tassi di interesse di riferimento. Una diversità estremamente evidente, che – come era lecito attendersi – sta rafforzando il dollaro statunitense e indebolendo i termini di paragone.

Il comportamento dell’euro ha inoltre influenzato i listini dei principali mercati regolamentati, che hanno tuttavia invertito la seconda parte della giornata in senso negativo (dopo una mattinata positiva) portando le principali piazze finanziarie europee in rosso. Per quanto attiene gli indici di Borsa, il FTSE MIB si conferma tra i peggiori con un passo indietro dell’1,35% a quota 20.411,49 punti, il FTSE 100 cala di quasi un punto percentuale a 6.639,71 punti, il CAC 40 cede l’1,32% a quota 4.355,28 punti.

Ricordiamo altresì che oggi il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, durante una recente intervista, ha posto in relazione l’apprezzamento dell’euro con la dinamica negativa dei prezzi, aprendo altresì le porte a qualsiasi iniziativa utile per cercare di risollevare l’economia europea dalla stagnazione. L’unica arma a disposizione è il quantitative easing: ma riuscirà a convincere le parti tedesche, e non solo, a cedere una simile elasticità?

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