Forex news, apertura di settimana con euro in calo

euroCome era ampiamente prevedibile in conseguenza di quanto accaduto nella scorsa settimana, l’euro ha aperto le negoziazioni in calo, proseguendo quindi il ribasso già intrapreso venerdì. Le correzioni sono tuttavia di carattere prevalentemente tecnico, ma si allineano comunque piuttosto bene con il quadro di analisi fondamentale e con il nuovo assetto monetario: non è un caso che l’11 giugno entra in vigore il nuovo tasso negativo sui depositi, e le l’indicazione di Draghi troverà pieno accoglimento, è probabile il verificarsi di concrete pressioni al ribasso nella quotazione dell’euro. Complessivamente, pertanto, rimangono le nostre aspettative di calo sulla valuta unica europea.

Di contro, la settimana si è aperta in rialzo con il dollaro, e non solo rispetto alle major. Anche se non vi sono stati degli eventi macro particolarmente incidenti, riscontriamo infatti un sentiment generale di mercato sempre più favorevole per il biglietto verde. Attenzione, tuttavia, a non considerare autonomamente “forte” il dollaro: l’impressione è infatti che l’apprezzamento della valuta verde, piuttosto che derivare da meriti propri dell’economia a stelle e strisce, sia riconducibile a quanto accaduto altrove (e, in primo luogo, a quanto accaduto in Europa, con la Bce che ha di fatto preannunciato misure espansive, e le ha poi messe in atto).

Concludiamo questa breve panoramica con la sterlina, che diversamente dall’euro mantiene le proprie posizioni grazie a dei migliori fondamentali economici e alla divergenza in atto in termini di politica monetaria rispetto alle decisioni intraprese nell’area euro. Non è tuttavia affatto scontato che il consolidamento delle attuali quotazioni possa durare anche nel corso delle prossime settimane: attendiamoci pertanto movimenti anche bruschi, e anche nel breve termine. Lo yen si rafforza invece leggermente nei confronti della valuta statunitense: in tale ambito, è ben difficile prevedere forti deprezzamenti della moneta giapponese, a meno che – nel corso delle prossime settimane – non intervengano dei dati USA particolarmente positivi o – di contro – dati nazionali piuttosto negativi.

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