Come investire grazie al Roe

Nell’analisi di bilancio, il Roe (Return on equity), rappresenta un punto di riferimento molto utile per poter comprendere la “forza” di un’azienda, e il livello di attrazione di potenziali investitori. Ma per quale motivo?

Il Roe è un indice economico che misura la redditività del capitale proprio di una società, ed è ottenuto dividendo l’utile netto per i mezzi propri. L’indicatore è dunque un segnale di remunerazione del capitale di rischio, ovvero la capacità dell’azienda di attrarre capitali: ne consegue che più elevato è il Roe, maggiore sarà il numero di investitori che vorranno diventare soci. O, almeno, così potrebbe essere.

Per poter valutare correttamente il Roe, infatti, non basta rilevarlo asetticamente dall’analisi per indici di bilancio. Bisogna infatti mettere l’indicatore a confronto con il rendimento offerto da attività prive di rischio, come per esempio i titoli di Stato: ne deriverà che il differenziale tra il Roe e il rendimento risk-free determinerà il cosiddetto “premio al rischio”, cioè il premio che viene concesso all’investitore che sceglie di conferire capitali a un’impresa. Per quanto intuibile, qualora il premio a rischio fosse zero, non avrebbe senso investire nell’azienda, in quanto comprando un titolo di Stato (a zero rischio, o quasi) si potrebbe ottenere la stessa remunerazione.

Dunque, attenzione ai facili equivoci: il Roe di una società non indica quanto è possibile guadagnare in un anno investendo nelle azioni della stessa società. Il potenziale guadagno, è evidentemente legato al prezzo dei titoli in Borsa, che non ha alcuna correlazione automatica con la redditività della società, sebbene ne sia influenzato.

Una corretta valutazione della società potrebbe inoltre vedere l’analisi del Roe insieme a quella del Roi e del Ros, che misurano la redditività del capitale investito e il guadagno sulle vendite.