Cos’è un ETN

Qualche giorno fa abbiamo parlato degli ETF ma… che cos’è l’ETN? Gli investitori usano tipicamente il termine “ETF” per indicare molte cose che… non sono tecnicamente “fondi negoziati in borsa”: tra di essi, c’è anche l’ETN, exchange-traded note. Di che si tratta?

Gli ETN sono titoli di debito emessi da una banca. Quando si acquista un ETN, la banca ti promette di pagare un certo rendimento che dipenderà dall’asset  di riferimento: se ad esempio si acquista un ETN legato al prezzo dell’oro, il valore di quell’ETN aumenterà se il prezzo dell’oro sale.

Il principale lato positivo della struttura dell’ETN è che questo strumento può essere relativo a qualsiasi asset. Ci sono infatti degli ETN che tracciano le materie prime e ETN che si occupano di settori che sarebbero molto difficili da “raggiungere” con altri strumenti. A volte inoltre gli ETF possono combinare posizioni azionarie o obbligazionarie con opzioni overlay, o utilizzano altre strategie sofisticate che sarebbero difficili da inserire in un ETF tradizionale. Nel settore delle materie prime, l’ETN offre anche notevoli vantaggi fiscali a lungo termine rispetto alla maggior parte degli ETF.

L’aspetto negativo di un ETN è tuttavia che se la banca sottostante fallisce… si perde sostanzialmente tutto il proprio denaro! Certo, l’evento è particolarmente raro, ma è utile rammentare che alcuni ETN era sostenuti da Lehman Brothers, e sappiam bene che fine abbia fatto tale istituto di credito. La buona notizia è proprio che questo rischio di credito nella maggior parte delle situazioni è molto limitato. Gli investitori istituzionali possono inoltre “riscattare” dall’assicuratore di un ETN su base giornaliera. Dunque, anche se può succedere di tutto, di solito è possibile prevedere le principali insolvenze bancarie con qualche giorno di anticipo.

La notizia ancora migliore è che il rischio di credito è facilmente controllabile osservando periodicamente il costo dei credit default swap (CDS) sulle banche. I CDS sono come le assicurazioni – gli investitori li comprano per proteggersi dall’insolvenza di un’azienda – e quindi sono la migliore previsione possibile della probabilità che una banca vada in default.

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