Dieselgate, si allarga la lista dei nomi coinvolti
Se pensavate che lo scandalo Dieselgate fosse stato, bene o male, circoscritto, vi sbagliate di grosso. Il dieselgate è infatti un recinto in continuo ampliamento, i cui paletti vengono spostati, giorno dopo giorno, in maniera eterogenea e varia. E la conseguenza è sotto gli occhi di tutti: non passa mese senza che vi sia qualche coinvolgimento di particolare gravità, facendo intendere agli osservatori di mercato o ai semplici curiosi che, in realtà, l’abitudine di truccare i test per le emissioni è qualcosa che ha molti più responsabilità di quanto si potesse inizialmente immaginare.
Tra le ultime notizie in merito spicca l’arricchimento di nuovi particolari sul dieselgate che è nato con Volkswagen: nello scandalo dei motori truccati che ha travolto la compagnia tedesca (la quale, comunque, è riuscita a resistere al terribile impatto – finanziario e di immagine) sarebbe coinvolta anche la Bosch.
A sostenerlo è il quotidiano tedesco Bild, secondo cui Bosch avrebbe sviluppato direttamente il software delle centraline di Volkswagen, che avrebbe poi condotto all’alterazione dei test sulle emissioni. Contemporaneamente, una interpretazione più o meno simile è stata avvalorata dal New York Times, che ha dichiarato che Bosch avrebbe avuto un ruolo chiave nello sviluppo del software che ha permesso a Volkswagen di “barare” sulle emissioni.
Bosch, che ha fornito i computer che controllavano i motori Volkswagen diesel, era comunque già co-imputato nella class action che negli Stati Uniti era stata indetta contro la casa automobilistica tedesca. Tuttavia, secondo quanto dichiarato da Bild e dal New York Times, vi sarebbero nuove accuse che contribuirebbero a imputare a Bosch un ruolo più centrale e rilevante nello scandalo…