Borse in rialzo nonostante le fragilità europee

opzioni binarieBorse italiane in rialzo nel pomeriggio del 13 agosto, nonostante i timori sulla tenuta della potenziale ripresa dell’Europa: dopo i poco incoraggianti dati italiani, infatti, gli analisti del vecchio Continente si confrontano sulle statistiche ben poco rallegranti provenienti dalla Germania e Francia. La distensione (apparente o reale che sia) tra Russia e Ucraina, tuttavia, sembra essere sufficiente per poter conferire una buona linfa ai listini azionari: Milano sale dello 0,62% a 19.536,39 punti, Londra guadagna lo 0,31%, Parigi l’1,03%, Berlino lo 0,73%.

Dicevamo, i dati. Stando a quanto registrano gli enti statistici, i prezzi al consumo in Germania sono cresciuti dello 0,3% a luglio, portando l’inflazione cumulata annua allo 0,8%: secondo la Bundesbank, l’inflazione a fine anno dovrebbe crescere fino all’1,1%, contro stime della Banca Centrale Europea pari al 2%. In Francia, invece, gli ordini all’industria hanno registrato un calo dello 0,3%, mentre il tasso annua è sempre fermo allo 0,5%. Dalla Spagna giungono voci negative sui prezzi al consumo, con un calo dello 0,4%, a luglio, su base annua. Dati pessimistici, dunque, ma non ancora in grado di influenzare le elaborazioni della Bundesbank, secondo il cui numero uno – Jens Weidmann – non vi sarebbero scenari di deflazione.

Oltre alla già ricordata distensione tra Russia e Ucraina, altre buone notizie sembrano invece provenire dalla Cina. Pechino comunica infatti un incremento della produzione industriale del 9% su base annua a luglio, con crescita delle vendite al dettaglio del 12,2% e sviluppo degli investimenti in attività fisse del 17% nei primi 9 mesi. Di contro, poco più in là, il Pil giapponese subisce una decisa frenata, con un passo indietro dell’1,7% in termini reali su base trimestrale, e del 6,8% su base annua.

Sul fronte delle commodities, riscontriamo un calo del prezzo del petrolio, pur su livelli che – al momento in cui scriviamo – sono comunque superiori ai 97 dollari al barile. I futures sul Light Crude perdono terreno a quota 97,15 dollari, mentre quelli sul Brent retrocedono in maniera più vistosa a 102,55 dollari.

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